Marco

Un mio tratto caratteristico è quello di microanalizzae allo sfinimento ogni cosa che mi circonda, tartassandomi e focalizzandomi eccessivamente nei minimi dettagli.
Per evitare che questo prenda il sopravvento nella mia vita, sono “costretto” a tenere costantemente con le redini il cervello per paura di cadere vittima di questa mia inclinazione e di esserne sottomesso, con la conseguenza di rompere qualcosa che ho già, per la mia fissazione di andare a controllare e verificare ogni volta quello che succede.
Questo può succedere anche nei rapporti interpersonali, in cui mi trovo a cercare una continua conferma di quello che in realtà so già, rischiando di rovinare e mettere in discussione una relazione che andava già bene prima.

Il sogno che vorrei realizzare è quello di riuscire a vivere una quotidianità senza la costante preoccupazione per le piccole cose, motivo per cui ho scelto di studiare ingegneria elettronica, in vista di un futuro abbastanza stabile e sicuro.
Questo mio sogno è principalmente riferito alla stabilità economica, alle piccole spese del quotidiano. Non vorrei infatti vivere con una costante pressione di non riuscire a sostenerle.
Vorrei riuscire a vivere una vita che sia ragionata e pianificata ma allo stesso tempo tranquilla, in cui ho una sorta di cuscino di sicurezza per tutto ciò che potrebbe accadere e che non si può programmare o prevedere.
Ho deciso di rappresentare questo concetto così, attraverso una serie di sveglie disattivate, indice di assenza di imprevisti e preoccupazioni, ed è così che spero di vivere il mio futuro.
La mia idea è simile al concetto di resilienza, desidero creare una rete della mia quotidianità che sia in grado di reggere bene qualsiasi colpo, senza che questo vada a sconvolgere l’equilibrio che ho creato.
Per raggiungere questo obiettivo di stabilità e sicurezza, oggi mi ritrovo a schedulare ogni momento della giornata dividendo il tempo che devo dedicare al lavoro da quello che invece lascio libero per le mie attività, in modo che sia effettivamente tale e non ci sia la necessità che io mi preoccupi di altro.

I videogiochi sono sempre stati la mia passione, fin da quando ero piccolo. Questo mio forte interesse ha determinato anche la mia scelta di carriera, poiché ho deciso di intraprendere uno specifico percorso di studi che mi permettesse di andare poi a sviluppare hardware per i computer.
Si tratta di una passione sia dal punto di vista del contenuto, perché mi piace giocare, sia dal punto di vista più “tecnico”, poiché amo conoscere e approfondire anche la parte della componentistica.
Mi piace considerarla in un duplice modo: da un lato come un passatempo, infatti quando ho un momento di pausa mi rilasso a giocare, dall’altro lato come qualcosa di più serio, dal momento che prima della pandemia ho anche giocato come semi professionista, sono stato allenatore e analyst per una squadra.
La mia tendenza nell’analizzare ogni cosa, già spiegata in precedenza, mi permette di essere sempre molto attento ad ogni singolo aspetto contenutistico e tecnico.
Ciò mi ha particolarmente aiutato nell’analisi dettagliata e precisa delle partite, riuscendo sempre ad ottimizzare tutto.